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Conversazioni Difficili - Sheila Heen #63

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Come affrontare le conversazioni difficili

Chiedere un aumento al vostro capo, terminare una relazione sentimentale che sapete dentro di voi che è finita, dire al vicino che mettere gli AC/DC a tutto volume alle 3 di notte risulti fuori luogo, conversazioni difficili di questo tipo sono all’ordine del giorno, in ambito personale, intimo e professionale ci tocca spesso dover decidere se affrontarle, o evitarle, un bel dilemma

Ci da una risposta un team di esperti negoziatori dell' università di Harvard, che sono Douglas Stone, Bruce Patton e Sheila Heen, che hanno un scritto un libro a tre penne chiamato conversazioni difficili.

Che poi sono tutte quelle conversazioni che non vogliamo avere, questa è la definizione

Dunque, affrontare o scappare da queste conversazioni, la risposta è che dobbiamo affrontarle, e oggi in questo episodio vi spiego come si fa.

Vedete amici carissimi dire qualcosa di complicato a qualcuno è come prendere una bomba, sfilarne l’asticella che l’attiva e tirarla a qualcuno, ma se non la tirate vi rimane in mano, ed è comunque qualcosa di spiacevole, per tanto, sti cazzi, e meglio lanciarla e oggi vediamo come.

Per comprendere la struttura di una conversazione difficile dobbiamo analizzare non solo quello che viene detto, ma soprattutto quello che non viene detto, e ogni conversazione difficile si compone di tre blocchi

  • il primo riguarda il cosa è successo, esiste un disaccordo sull’accaduto, chi ha detto cosa, di chi è la colpa, chi ha ragione, chi avrebbe dovuto agire, e cosi via
  • Il secondo blocco riguarda i sentimenti, sono valide le tue sensazioni e emozioni riguardo alla situazione, è appropriato sentirsi male , cosa stai facendo in merito ai sentimenti dell’altra persona, i sentimenti non vengono quasi mai trattati nelle conversazioni difficili ma in un modo o nell’altro vengono fuori.
  • L’ultimo blocco è l’identità, e questa è una conversazione interiore che abbiamo con noi stessi mentre parliamo con il nostro interlocutore, ci chiediamo se stiamo agendo bene o male, se abbiamo le giuste competenze, se meritiamo quello che sta succedendo, e questa conversazione determina come ci comportiamo fuori, nella conversazione con il nostro interlocutore. In gergo tecnico si chiama sega mentale

Per imparare a gestire le conversazioni difficili, dobbiamo essere in grado di lavorare su questi tre blocchi, e migliorarli. Ora andiamo ad analizzarli uno a uno in dettaglio

Nel primo blocco quello che tratta di cosa è successo la prima fondamentale regola è smettere di litigare su chi ha ragione e iniziare a esplorare le motivazioni dietro le parole e le scelte della persona con la quale state litigando.

Guardate che essere in disaccordo non è una brutta cosa, e non necessariamente devo sfociare in una conversazione difficile, siamo in disaccordo con le persone costantemente, a non succede quasi mai nulla.a volte però ci teniamo cosi tanto alla nostra posizione che finiamo per lottare e litigare per mantenerla.

E mentre questo accade noi pensiamo che la persona che abbiamo davanti sia egoista, ingenua, irrazionale o che cerchi di controllarci, e quella persona pensa esattamente le stesse cose di voi. Il problema è che litigare inibisce e blocca la nostra capacità di esplorare le esigenze dell’altra persona, di capirne i sentimenti e di poter intravedere il mondo con i loro occhi anche per un istante, e poi litigare ci porta a trarre conclusione, spesso categoriche, ma soprattutto litigare impedisce di cambiare, non puoi dire a una persona di cambiare litigando, perché nessuno cambia se prima non si sente compreso

Ce solo un modo per capire l’altra persona, spostarsi dalla certezza alla curiosità, invece di chiederti come è possibile che pensa di avere ragione, chiedete che informazione hanno che io non ho per pensarla in questo modo, quando due persone litigano avviene una collisione di mondi, di storie completamente diverse, e la prima reazione è lottare per far si che solo una delle due storie sia quella giusta, la vostra, invece di fare questo, abbracciatele entrambe, non scegliete tra chi ha ragione e chi ha torto, se abbracci entrambe le storie, crei la base per poter capire, comprendere e sentire quello che la persona che hai davanti prova

se noi stiamo male non è necessariamente scontato che l’interlocutore voglia farci del male, spesso le nostra percezione sulle intenzioni dell’altro è sbagliata, possiamo solo controllare due cose le nostre intenzioni e l’impatto che che hai su di noi l’altra persone, mentre nn possiamo ne controllare ne sapere le intenzioni dell’altro ne l’impatto che abbiamo noi sull’altro, questo è molto importante perché ne deriva la strategia che va messa in atto per risolvere certe questioni

Comprendere l’altra persona, allontanarsi e distaccarsi da come noi vediamo il mondo per guardarlo un attimo con gli occhi dell’altro possa aiutare ad avere conversazioni costruttive dove si impara e non si distrugge. Quindi smettere di pensare a chi ha ragione, o di chi è la colpa

Passiamo ad esaminare il secondo blocco, quello dei sentimenti in una conversazione

Pensate alla classica risposta, sempre in una coppia, o madre e figlio, uno dei due è strano, ha degli atteggiamenti insoliti, allora il partner o la madre gli chiede, cosa hai? E quello risponde - niente - e niente sto cazzo

Quando ci troviamo davanti a conversazioni che riguardano le emozioni, spesso reagiamo cosi, non ho niente, evitiamo di parlare di quello che sentiamo, ma le emozioni sono una forza devastante, troppo potente da pensare di poterle rinchiuderle nel nostro animo, prima o poi trovano un modo di uscire, i sentimenti sono importantissimi e spesso sono il vero argomento e delle conversazioni,

non esprimerli ci porta alla sofferenza e all’ansia, e invece di trasformare i sentimenti in parole, c finiamo per arrabbiarci, o scoppiare in un pianto, ma soprattutto quando non siamo in grado di esprimere i sentimenti non riusciamo nemmeno ad ascoltare quello che ci stanno dicendo, è troppo forte e assordante il rumore che fanno dentro di noi che non ci accorgiamo del resto.

Abbiamo bisogno di fare un lavoro introspettivo e riflettere perché ci arrabbiamo, perché ci irritiamo, perché ci vergogniamo di certe cose e di altre no, è importante mappare il territorio dei tuoi sentimenti.

Una volta che hai chiaro come funzionano le tue emozioni è importante esporle, perché se non lotti per i tuoi sentimenti, lascerai che quelli degli altri ti travolgano generando frustrazione e ansie.

Un interessante spunto del libro è questo, negozia coi tuoi sentimenti, non sono una verità sacrosanta e categorica, magari ti senti in colpa per un avvenimento, questa colpa proviene dal tuo retaggio emozionale non è necessariamente vero che tu sia colpevole, spesso ci sobbarchiamo il peso del mondo sulle spalle quando nessuno realmente ce lo chiede.

Infime esaminiamo le conversazioni interne

Quello che accade quando affrontiamo conversazioni difficili è mettere a repentaglio la nostra identità, la sentiamo in pericolo, pensiamo di essere delle brave persone, oneste, meritevoli di amore e affetto e alcune di queste conversazione vanno a intaccare profondamente questi ideali per tanto tendiamo ad evitarle per preservare la nostra identità.

Spesso ci facciamo male da soli perché pensiamo in modo estremo, o sono una brava persona o sono una cattiva persona, magari fosse cosi semplice, ci sono infinite sfumature, siamo un mix di forza e debolezza, affrontare conversazioni dove ne usciamo con le ossa rotte non fa di noi dei falliti o dei miserabili e non cancella i nostri punti di forza e quello che abbiamo fatto, non siate estremi o catastrofici, e soprattutto non lasciate che i sentimenti negativi definiscano chi siete.

per migliorare queste conversazioni interne accetta la verità su te stesso, anche tu fai degli errori, sii adulto e maturo per ammetterli e accettarli, le tue intenzioni sono molto complesse, prima di iniziare una conversazione difficili, pensa a come vorresti che finisca, a come ti piacerebbe immaginarti in quella situazione, sii forte, sii sincero, ma soprattutto libera la mente da quel rumore assordante che ti porta ad allontanarti dal momento presente

Procediamo con la parte pratica, come si fa a mantenere una conversazione di questo tipo, quali tecniche o principi possiamo mettere in atto per migliorarle?

Prima di tutto, inizia la conversazione in terza persona, nel senso se vivi con una persona nella stessa casa e quello che un maiale che non pulisce, è disordinato, non iniziare dicendogli sei un tipo disordinato, devi pulire di più, o mi fa schifo come lasci la casa, prova a ad essere un mediatore nella conversazione anche se sei coinvolto

l’apertura di queste chiacchierate è fondamentale, purché permette che l’altra persona non si metta subito in una posizione difensiva, inizia cosi, penso che abbiamo idee diverse di quello che sia una casa pulita e ordinata, mi piacerebbe parlarti di come la vedo io, ma soprattutto ascoltare come la vedi tu?

Ti sei innalzato, hai suggerito il problema in terza persona senza attaccare, hai offerto di ascoltare la posizione del tuo interlocutore ma mettendo in chiaro che ne hai una anche tu, diversa, ma impostando cosi la conversazione esiste la possibilità di trovare accordo, un compromesso.

Secondo, usa la curiosità, di solito quando entriamo in queste conversazioni l’obiettivo che nel fondo vogliamo raggiungere è quello di persuadere qualcuno, invece di questo cercate di capire, di ascoltare e fate domande aperte non inquisitorie, per esempio iniziate dicendo, aiutami a capire una cosa?

E poi fate la vostra domanda, man mano che la persona che avete davanti si apre continuate a fare domande per esplorare la loro posizione, ricordatevi, nessuno cambia se prima non si sente capito, quindi cercate di capirli se volete ottenere qualcosa, domande tipo queste

  • puoi dirmi un po di più di come tu vedi la situazione?
  • Puoi aiutarmi a capire perché pensi che sia colpa mia?
  • Ma come ti senti al riguardo?
  • Che informazioni hai tu che io non posseggo per capire il tuo punto di vista?

Un altra tecnica è quella di non presentare le vostre conclusioni come una verità assoluta, quello è il vostro punto di vista, non è una verità, ma soprattuto ceravate di spiegare all’interlocutore da dove viene quel punto di vista, come lo avete costruito, come siete arrivati a quella conclusione

Piccolo accorgimento che suggeriscono gli autori è quello di non usare mai e sempre, per esempio, non apprezzi mai quando mi vesto bene, sei sempre incazzato quando andiamo a trovare questo mio amico, mai e sempre generano frustrazione, lascia un margine di possibilità per raggiungere un cambiamento, se dici mai e sempre, lo inibisci.

Prima che finisca l’anno, se avete qualche conversazione difficile che avete evitato fino ad oggi, provate ad affrontarla, e sentite come vi fa stare parlare apertamente di quello che provate quando per tanto tempo lo avete tenuto dentro, sentirete una liberazione pazzesca.

Quindi ricapitolando, 5 passi

  • primo preparati a gestire i tre livelli di conversazione,
  • Passo due, definisci qual’è il tuo obiettivo, cosa vuoi da questa conversazione?
  • Passo tre, inizia con un immagine in terza persona
  • Passo 4 esplora il tuo punto di vista e quello del tuo interlocutore
  • Passo 5, proponi e cerca delle soluzioni insieme

Esplorate con curiosità, l’empatia è un viaggio non è la destinazione, se riuscite a osservare le persone e immaginare cosa provano mentre parlano con voi in conversazioni difficili sarete già a buon punto, vi dara modo questo di scegliere le parole giuste, il tono corretto, e trovare delle soluzioni ai problemi risulterà possibile, molto più possibile che evitare queste conversazioni, ma dovete essere chiari e forti, il fatto di metterci Inn una posizione da osservatori non vuol dire che non abbiamo il diritto e il dovere di esprimere quello che sentiamo

sono sicuro che arrivati a una certa età, guardandoci indietro, ci pentiremo e avremo dei rimorsi per le cose che non abbiamo detto, per quelle conversazioni difficili che per timore abbiamo deciso di evitare, non potete controllare come reagiscono le persone, ma non è un motivo sufficiente per tenervi dentro delle bombe emozionali che poi in un modo o nell’altro, finiscono per esplodere, grazie

NOTE SULL'AUTORE

Sheila Heen è un'autrice, educatrice e oratrice pubblica americana. È docente senior di giurisprudenza presso la Harvard Law School, membro dell'Harvard Negotiation Project, insieme agli altri due autori del libro ha composto conversazioni difficili, oltre ad altri libri che potete trovare navigando su internet usando il suo nome

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Ci da una risposta un team di esperti negoziatori dell' università di Harvard, che sono Douglas Stone, Bruce Patton e Sheila Heen, che hanno un scritto un libro a tre penne chiamato conversazioni difficili.

Che poi sono tutte quelle conversazioni che non vogliamo avere, questa è la definizione

Dunque, affrontare o scappare da queste conversazioni, la risposta è che dobbiamo affrontarle, e oggi in questo episodio vi spiego come si fa.

Vedete amici carissimi dire qualcosa di complicato a qualcuno è come prendere una bomba, sfilarne l’asticella che l’attiva e tirarla a qualcuno, ma se non la tirate vi rimane in mano, ed è comunque qualcosa di spiacevole, per tanto, sti cazzi, e meglio lanciarla e oggi vediamo come.

Per comprendere la struttura di una conversazione difficile dobbiamo analizzare non solo quello che viene detto, ma soprattutto quello che non viene detto, e ogni conversazione difficile si compone di tre blocchi

  • il primo riguarda il cosa è successo, esiste un disaccordo sull’accaduto, chi ha detto cosa, di chi è la colpa, chi ha ragione, chi avrebbe dovuto agire, e cosi via
  • Il secondo blocco riguarda i sentimenti, sono valide le tue sensazioni e emozioni riguardo alla situazione, è appropriato sentirsi male , cosa stai facendo in merito ai sentimenti dell’altra persona, i sentimenti non vengono quasi mai trattati nelle conversazioni difficili ma in un modo o nell’altro vengono fuori.
  • L’ultimo blocco è l’identità, e questa è una conversazione interiore che abbiamo con noi stessi mentre parliamo con il nostro interlocutore, ci chiediamo se stiamo agendo bene o male, se abbiamo le giuste competenze, se meritiamo quello che sta succedendo, e questa conversazione determina come ci comportiamo fuori, nella conversazione con il nostro interlocutore. In gergo tecnico si chiama sega mentale

Per imparare a gestire le conversazioni difficili, dobbiamo essere in grado di lavorare su questi tre blocchi, e migliorarli. Ora andiamo ad analizzarli uno a uno in dettaglio

Nel primo blocco quello che tratta di cosa è successo la prima fondamentale regola è smettere di litigare su chi ha ragione e iniziare a esplorare le motivazioni dietro le parole e le scelte della persona con la quale state litigando.

Guardate che essere in disaccordo non è una brutta cosa, e non necessariamente devo sfociare in una conversazione difficile, siamo in disaccordo con le persone costantemente, a non succede quasi mai nulla.a volte però ci teniamo cosi tanto alla nostra posizione che finiamo per lottare e litigare per mantenerla.

E mentre questo accade noi pensiamo che la persona che abbiamo davanti sia egoista, ingenua, irrazionale o che cerchi di controllarci, e quella persona pensa esattamente le stesse cose di voi. Il problema è che litigare inibisce e blocca la nostra capacità di esplorare le esigenze dell’altra persona, di capirne i sentimenti e di poter intravedere il mondo con i loro occhi anche per un istante, e poi litigare ci porta a trarre conclusione, spesso categoriche, ma soprattutto litigare impedisce di cambiare, non puoi dire a una persona di cambiare litigando, perché nessuno cambia se prima non si sente compreso

Ce solo un modo per capire l’altra persona, spostarsi dalla certezza alla curiosità, invece di chiederti come è possibile che pensa di avere ragione, chiedete che informazione hanno che io non ho per pensarla in questo modo, quando due persone litigano avviene una collisione di mondi, di storie completamente diverse, e la prima reazione è lottare per far si che solo una delle due storie sia quella giusta, la vostra, invece di fare questo, abbracciatele entrambe, non scegliete tra chi ha ragione e chi ha torto, se abbracci entrambe le storie, crei la base per poter capire, comprendere e sentire quello che la persona che hai davanti prova

se noi stiamo male non è necessariamente scontato che l’interlocutore voglia farci del male, spesso le nostra percezione sulle intenzioni dell’altro è sbagliata, possiamo solo controllare due cose le nostre intenzioni e l’impatto che che hai su di noi l’altra persone, mentre nn possiamo ne controllare ne sapere le intenzioni dell’altro ne l’impatto che abbiamo noi sull’altro, questo è molto importante perché ne deriva la strategia che va messa in atto per risolvere certe questioni

Comprendere l’altra persona, allontanarsi e distaccarsi da come noi vediamo il mondo per guardarlo un attimo con gli occhi dell’altro possa aiutare ad avere conversazioni costruttive dove si impara e non si distrugge. Quindi smettere di pensare a chi ha ragione, o di chi è la colpa

Passiamo ad esaminare il secondo blocco, quello dei sentimenti in una conversazione

Pensate alla classica risposta, sempre in una coppia, o madre e figlio, uno dei due è strano, ha degli atteggiamenti insoliti, allora il partner o la madre gli chiede, cosa hai? E quello risponde - niente - e niente sto cazzo

Quando ci troviamo davanti a conversazioni che riguardano le emozioni, spesso reagiamo cosi, non ho niente, evitiamo di parlare di quello che sentiamo, ma le emozioni sono una forza devastante, troppo potente da pensare di poterle rinchiuderle nel nostro animo, prima o poi trovano un modo di uscire, i sentimenti sono importantissimi e spesso sono il vero argomento e delle conversazioni,

non esprimerli ci porta alla sofferenza e all’ansia, e invece di trasformare i sentimenti in parole, c finiamo per arrabbiarci, o scoppiare in un pianto, ma soprattutto quando non siamo in grado di esprimere i sentimenti non riusciamo nemmeno ad ascoltare quello che ci stanno dicendo, è troppo forte e assordante il rumore che fanno dentro di noi che non ci accorgiamo del resto.

Abbiamo bisogno di fare un lavoro introspettivo e riflettere perché ci arrabbiamo, perché ci irritiamo, perché ci vergogniamo di certe cose e di altre no, è importante mappare il territorio dei tuoi sentimenti.

Una volta che hai chiaro come funzionano le tue emozioni è importante esporle, perché se non lotti per i tuoi sentimenti, lascerai che quelli degli altri ti travolgano generando frustrazione e ansie.

Un interessante spunto del libro è questo, negozia coi tuoi sentimenti, non sono una verità sacrosanta e categorica, magari ti senti in colpa per un avvenimento, questa colpa proviene dal tuo retaggio emozionale non è necessariamente vero che tu sia colpevole, spesso ci sobbarchiamo il peso del mondo sulle spalle quando nessuno realmente ce lo chiede.

Infime esaminiamo le conversazioni interne

Quello che accade quando affrontiamo conversazioni difficili è mettere a repentaglio la nostra identità, la sentiamo in pericolo, pensiamo di essere delle brave persone, oneste, meritevoli di amore e affetto e alcune di queste conversazione vanno a intaccare profondamente questi ideali per tanto tendiamo ad evitarle per preservare la nostra identità.

Spesso ci facciamo male da soli perché pensiamo in modo estremo, o sono una brava persona o sono una cattiva persona, magari fosse cosi semplice, ci sono infinite sfumature, siamo un mix di forza e debolezza, affrontare conversazioni dove ne usciamo con le ossa rotte non fa di noi dei falliti o dei miserabili e non cancella i nostri punti di forza e quello che abbiamo fatto, non siate estremi o catastrofici, e soprattutto non lasciate che i sentimenti negativi definiscano chi siete.

per migliorare queste conversazioni interne accetta la verità su te stesso, anche tu fai degli errori, sii adulto e maturo per ammetterli e accettarli, le tue intenzioni sono molto complesse, prima di iniziare una conversazione difficili, pensa a come vorresti che finisca, a come ti piacerebbe immaginarti in quella situazione, sii forte, sii sincero, ma soprattutto libera la mente da quel rumore assordante che ti porta ad allontanarti dal momento presente

Procediamo con la parte pratica, come si fa a mantenere una conversazione di questo tipo, quali tecniche o principi possiamo mettere in atto per migliorarle?

Prima di tutto, inizia la conversazione in terza persona, nel senso se vivi con una persona nella stessa casa e quello che un maiale che non pulisce, è disordinato, non iniziare dicendogli sei un tipo disordinato, devi pulire di più, o mi fa schifo come lasci la casa, prova a ad essere un mediatore nella conversazione anche se sei coinvolto

l’apertura di queste chiacchierate è fondamentale, purché permette che l’altra persona non si metta subito in una posizione difensiva, inizia cosi, penso che abbiamo idee diverse di quello che sia una casa pulita e ordinata, mi piacerebbe parlarti di come la vedo io, ma soprattutto ascoltare come la vedi tu?

Ti sei innalzato, hai suggerito il problema in terza persona senza attaccare, hai offerto di ascoltare la posizione del tuo interlocutore ma mettendo in chiaro che ne hai una anche tu, diversa, ma impostando cosi la conversazione esiste la possibilità di trovare accordo, un compromesso.

Secondo, usa la curiosità, di solito quando entriamo in queste conversazioni l’obiettivo che nel fondo vogliamo raggiungere è quello di persuadere qualcuno, invece di questo cercate di capire, di ascoltare e fate domande aperte non inquisitorie, per esempio iniziate dicendo, aiutami a capire una cosa?

E poi fate la vostra domanda, man mano che la persona che avete davanti si apre continuate a fare domande per esplorare la loro posizione, ricordatevi, nessuno cambia se prima non si sente capito, quindi cercate di capirli se volete ottenere qualcosa, domande tipo queste

  • puoi dirmi un po di più di come tu vedi la situazione?
  • Puoi aiutarmi a capire perché pensi che sia colpa mia?
  • Ma come ti senti al riguardo?
  • Che informazioni hai tu che io non posseggo per capire il tuo punto di vista?

Un altra tecnica è quella di non presentare le vostre conclusioni come una verità assoluta, quello è il vostro punto di vista, non è una verità, ma soprattuto ceravate di spiegare all’interlocutore da dove viene quel punto di vista, come lo avete costruito, come siete arrivati a quella conclusione

Piccolo accorgimento che suggeriscono gli autori è quello di non usare mai e sempre, per esempio, non apprezzi mai quando mi vesto bene, sei sempre incazzato quando andiamo a trovare questo mio amico, mai e sempre generano frustrazione, lascia un margine di possibilità per raggiungere un cambiamento, se dici mai e sempre, lo inibisci.

Prima che finisca l’anno, se avete qualche conversazione difficile che avete evitato fino ad oggi, provate ad affrontarla, e sentite come vi fa stare parlare apertamente di quello che provate quando per tanto tempo lo avete tenuto dentro, sentirete una liberazione pazzesca.

Quindi ricapitolando, 5 passi

  • primo preparati a gestire i tre livelli di conversazione,
  • Passo due, definisci qual’è il tuo obiettivo, cosa vuoi da questa conversazione?
  • Passo tre, inizia con un immagine in terza persona
  • Passo 4 esplora il tuo punto di vista e quello del tuo interlocutore
  • Passo 5, proponi e cerca delle soluzioni insieme

Esplorate con curiosità, l’empatia è un viaggio non è la destinazione, se riuscite a osservare le persone e immaginare cosa provano mentre parlano con voi in conversazioni difficili sarete già a buon punto, vi dara modo questo di scegliere le parole giuste, il tono corretto, e trovare delle soluzioni ai problemi risulterà possibile, molto più possibile che evitare queste conversazioni, ma dovete essere chiari e forti, il fatto di metterci Inn una posizione da osservatori non vuol dire che non abbiamo il diritto e il dovere di esprimere quello che sentiamo

sono sicuro che arrivati a una certa età, guardandoci indietro, ci pentiremo e avremo dei rimorsi per le cose che non abbiamo detto, per quelle conversazioni difficili che per timore abbiamo deciso di evitare, non potete controllare come reagiscono le persone, ma non è un motivo sufficiente per tenervi dentro delle bombe emozionali che poi in un modo o nell’altro, finiscono per esplodere, grazie

NOTE SULL'AUTORE

Sheila Heen è un'autrice, educatrice e oratrice pubblica americana. È docente senior di giurisprudenza presso la Harvard Law School, membro dell'Harvard Negotiation Project, insieme agli altri due autori del libro ha composto conversazioni difficili, oltre ad altri libri che potete trovare navigando su internet usando il suo nome

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